• Volvo V60 a noleggio a lungo termine

    Volvo V60 a noleggio a lungo termine  va a gasolio e a corrente ed è tutta da guidare.  La versione ibrida della Volvo V60, disponibile a noleggio a lungo termine ha le batterie che si ricaricano anche dalla presa di casa e promette di percorrere fino a 50 chilometri in modalità elettrica. 369760_3049_big_Volvo_V60_big11 noleggio a lungo termineNotevole l’agilità nei percorsi tortuosi. La gamma “60” (berlina S60, famigliare V60 e suv XC60) aggiornata l’avevamo vista già a marzo all’ultimo Salone di Ginevra, ma le auto arriveranno nelle concessionarie italiane soltanto da inizio settembre. Meccanicamente, le vetture non sono cambiate, mentre il nuovo frontale ha un’inedita mascherina e le luci diurne a led nei paraurti anziché a pochi centimetri dai fari. Il risultato non manca di equilibrio ma, forse, si è persa per strada un po’ di originalità. A completare il quadro, nuovi rivestimenti e finiture, oltre a qualche modifica alla grafica dei fanali. La Volvo V60 Hybrid a noleggio alungo termine si riconosce  per il paraurti posteriore con scarichi integrati, i cerchi di 17” specifici e le scritte “Plug-in Hybrid” alla base dei montanti anteriori e sul portellone, oltre che per lo sportellino sul parafango sinistro: copre il connettore per la ricarica delle batterie agli ioni di litio mediante una presa elettrica. Il “pieno” di corrente si effettua in poco meno di sette ore e, secondo la casa, basta per percorrere fino a 50 chilometri in modalità elettrica (questo spiega il “fantascientifico” consumo medio omologato di 55,6 km/l). La V60 Hybrid Plug-in abbina un 2.4 turbodiesel da 215 CV (che si occupa di muovere le ruote anteriori ed è collegato a un cambio automatico a sei marce) a un’unità elettrica da 27 CV (che salgono fino a 68 CV solo per brevi tratti) posta fra le ruote posteriori. Il risultato è un’auto “tuttofare” che può passare dalla trazione anteriore a quella integrale e ha diversi programmi di guida.Ovviamente, la Volvo V60 Hybrid Plug-in mantiene tutti i dispositivi di sicurezza Volvo: sono di serie l’Esp, sei airbag e il sistema City Safety, che frena automaticamente l’auto in caso di possibile collisione a bassa velocità col veicolo che la precede. Optional i sistemi che monitorano l’angolo cieco degli specchietti e le linee di corsia, e quello che identifica i cartelli stradali (nel pacchetto Driver Support a 1.050 euro, con cruise control adattativo a 2.450 euro). La dotazione include i fari allo xeno e i sensori di distanza posteriori (una “benedizione”, visto che la coda sfuggente compromette la visibilità in retromarcia).L’abitacolo presenta poche novità. Il cruscotto totalmente virtuale (è uno schermo da computer, personalizzabile anche nella grafica dei menù) è diviso in tre parti; alla base della consolle spiccano i tre pulsanti “pure”, “hybrid” e “power”: servono a cambiare il carattere della Volvo V60 Hybrid. Benché le linee rigorose della plancia infondano un’idea di solidità, certe plastiche sono “leggerine” e in marcia non mancano gli scricchiolii. Inoltre, nessun inserto è in vero metallo e alcuni comandi cromati hanno un effetto a “buccia d’arancia”. Se lo spazio per le persone è quello delle V60 tradizionali, lo stesso non si può dire del baule. Di per sé la famigliare svedese non è una campionessa di carico; ebbene, la versione ibrida fa ancora peggio: complice l’ingombro del motore elettrico e delle batterie, il doppiofondo si è ridotto a una vaschetta dove riporre il cavo di ricarica e poco più. E i vani laterali sono occupati dal kit gonfia e ripara e dal vaso di espansione del circuito di raffreddamento del modulo elettrico. In aggiunta, il fondo è “lievitato”, risultando più alto di una spanna rispetto al bordo battivaligia. Tutto ciò ha portato a una capacità totale paragonabile a quella di alcune utilitarie: appena 305 litri, che passano a 1126 ribaltando gli schienali del divano.In modalità “Hybrid” (quella nella quale si ritrova l’auto dopo averla spenta), solo una scritta nel cruscotto ci fa capire che la Volvo V60 Hybrid è pronta a partire: basta mettere il cambio in D e l’auto scivola via in perfetto silenzio, mossa dal solo motore elettrico. Se la carica è sufficiente e se non s’insiste con l’acceleratore, il 2.4 a gasolio rimane spento; comunque, anche quando è chiamato in causa, fa sentire poco la sua “voce”. Questa modalità è quella che assicura il minor consumo globale, anche se, stando al computer di bordo, dopo aver percorso qualche decina di chilometri su strade collinari (senza badare troppo ai consumi), non siamo andati oltre i 18,5 km/l. Il tutto facendo scendere di quasi la metà la carica residua delle batterie, nonostante in rilascio e in frenata parte dell’energia venga recuperata. Il motore elettrico e quello termico assicurano prestazioni interessanti (la Volvo parla di 230 km/h di velocità massima e di 7,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h) e si “danno il cambio” continuamente e automaticamente, senza scossoni o alcun intervento da parte del guidatore; in marcia si apprezza il buon comfort acustico. Premendo il tasto “Pure” si può forzare la trazione puramente elettrica (consente di raggiungere i 125 km/h), e c’è anche il tasto “Save” che preserva la carica quando si viaggia in modalità ibrida, per disporre di più autonomia elettrica in un secondo momento. La modalità “Power”, invece, sfrutta al massimo le prestazioni: il turbodiesel rimane sempre in funzione e il cambio ha tempi diventa più rapidi: secondo la casa, lo scatto da fermo scende a soli 6,1 secondi; i 640 Nm complessivi di coppia massima proiettano in avanti la Volvo V60 Hybrid in un baleno, assicurando riprese degne di una sportiva. La massa è vicina alle due tonnellate, ma non si deve pensare a quest’auto come a un “carrozzone” a disagio nei percorsi tortuosi: complice la ripartizione dei pesi quasi ottimale e lo sterzo preciso, la Volvo V60 Hybrid è agile nei cambi di direzione e concede poco spazio al rollio. Il che, comunque, non la rende una vettura scomoda: anche sui fondi sterrati abbiamo apprezzato il buon assorbimento delle sospensioni. L’apprezzabile comfort non viene meno neppure nel fuori strada (leggero), quando si può far affidamento sulla motricità offerta dal tasto AWD: garantendo i due motori lavorino sempre, fa diventare la trazione integrale di tipo permanente; e, se la batteria è scarica, il 2.4 alimenta un generatore che manda direttamente corrente all’unità elettrica. Fonte alvolante.it

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